ber moscow's a dane called george

Portammo a casa George nel gennaio del 2004 dopo un lungo viaggio in macchina dalla danimarca, sfidando ghiaccio e neve, orgogliosi di quel pedigree così "esotico" e immensamente grati alla sua allevatrice, Lone, una cara amica.
George, il "palestrato", solido e compatto e muscoloso come mai avevamo visto prima.
Diagnosticato dominante da un comportamentalista, si era poi dimostrato in realtà nel tempo il cane più buono, dolce e sottomesso del mondo, tanto da farci sospettare che in cuor suo sognasse di poter essere figlio unico e correre liberamente al cancello ad abbaiare, essere proprietario dei suoi giochi e avere tutte le attenzioni di Paolo senza dividerle con nessun altro. Lui, da sempre e per sempre ultimo gradino della scala gerarchica, primo per noi, ma ultimo tra i suoi pari.
George, BOB a 9 mesi alla sua prima expo e giovane promessa ENCI a 12 mesi, con la carriera precocemente interrotta a causa di una grave displasia ai gomiti.
George se ne è andato in punta di piedi, com'era suo stile. Quei pochi, subdoli sintomi e una chiara ed ineluttabile diagnosi, una condanna a morte: istiocitosi maligna. Si è spento in poche settimane, sempre più debole, sempre più lontano.
Di lui ci mancherà quell'essere discreto anche se irruento ed energico, ci mancherà la sua dolcezza e la sua generosità, ma soprattutto ci mancherà quel suo modo tutto speciale di chiederti e farti le coccole.
Grazie George per aver fatto parte della nostra vita per 8 anni, 6 mesi e 3 giorni in memoriam